lunedì 18 ottobre 2010

Fitoterapia


La Fitoterapia[1] è una metodica terapeutica basata sull’uso di prodotti ottenuti da piante fresche, essiccate, preparate attraverso procedimenti di macerazione alcoolica o glicolica.
 Da alcuni autori, la Fitoterapia è considerata come “farmacopea naturale” e non un sistema medico non convenzionale.
Le preparazioni fitoterapiche hanno effetti diversi, a seconda della modalità di preparazione e, pertanto, le somministrazioni dei vari preparati derivati dalla stessa pianta sono diverse (preparazioni con piante disseccate, macerati glicolici, macerati alcolici, preparazioni spagiriche[2], etc.).
Possono essere utilizzate parti diverse, a seconda della pianta da utilizzare: pianta intera  a fioritura (Belladonna), sommità fiorite (Calendula officinalis), rami verdi (Thuya), corteccia (Betulla alba), radici (Valeriana officinalis).
La raccolta dei ceppi vegetali deve essere fatta in epoche differenti: le piante intere, all’epoca della fioritura; i gambi, dopo lo sviluppo; le foglie,dopo lo sviluppo completo; gli steli, prima della fioritura; le gemme, subito prima dello sbocciare; i germogli, subito dopo lo sbocciare delle gemme; i fiori, immediatamente prima della fioritura completa; i frutti ed i semi, a maturità; le radici di piante annuali o biennali, alla fine del periodo vegetativo; le radici di piante vivaci, prima della lignificazione; il legno, al momento della montata della linfa in piante giovani; le cortecce di specie resinose, al momento della montata della linfa; le cortecce di altre specie, al momento della montata della linfa in piante giovani.
Nella preparazione della tintura madre, il rapporto tra pianta e alcool è standardizzato e si utilizzano le seguenti proporzioni: 1 p. di pianta / 10 p. alcool (solo per la calendula officinalis e per prodotti di origine animale 1:20); 100 gr pianta essiccata /1000 gr TM ed il titolo è gen. 65±5. La macerazione avviene in 2-3 settimane.
Se non è scritto TM, si tratta di tintura alcoolica, meno attiva, ma a conservazione migliore.
La gradazione dell’alcool usato dipende dalla pianta: 90° Capsico; 65° Thuya; 45° Atropa Belladonna.
La tintura madre preparata con pianta fresca e alcool a  65°-75°, richiede un  solvente in proporzioni 1:10, una macerazione che dura 14-21gioirni, a freddo e successivamente si effettuano la decantazione e la filtrazione.
La tintura alcolica, prevede l’utilizzo di pianta secca o estratto fluido con alcool a 58°-80°, il solvente in proporzioni  1:5, una macerazione di 14-21giorni, l’utilizzo anche di calore, seguito da decantazione, filtrazione: si ottiene, così, una tintura o alcoolito.
Per le tinture spagiriche vegetali, si utilizzano: alcool che consente di far fermentare la pianta, la quale, liberando zucchero, produrrà l’alcool stesso della pianta. L’olio essenziale: attraverso la distillazione viene ottenuto l’alcool e l’olio essenziale della pianta, che contiene la maggiorparte dei principi attivi, tranne i Sali. I sali: si ottengono dal residuo dopo distillazione, attraverso un processo di combustione indiretta (calcinazione), fino ad ottenere una polvere.
Preparate in maniera spagirica, le tinture conterranno tutte le parti della pianta (separare e congiungere). Per la maturazione: la tintura preparata viene lasciata riposare per 40 giorni in appositi vasi, a temperatura costante di 40°C.  Si utilizza l’estratto vegetale non per le sue proprietà, ma per veicolare in maniera mirata l’effetto potente delle tinture minerali sugli organi e gli apparati verso cui manifestano il loro tropismo. Nelle preparazioni spagiriche, la preparazione dei metalli comprende minerali e metalli che saranno aggiunti alla tintura prima della maturazione. Debbono dapprima essere eliminati i principi tossici per avere una preparazione priva di effetti collaterali. La quantità dei componenti di questo residuo è superiore a quella rilevabile nei prodotti di partenza.[3]
La Fitoterapia rappresenta una terapia a se stante o come supplemento di altre metodiche, all’interno di tutta la medicina orientale, nella medicina antroposofica, nelle preparazioni di base di medicinali omeopatici ed omotossicologici.
Il potenziale tossico di un preparato fitoterapico può essere determinato o dall’uso indiscriminato ed inopportuno del prodotto, oppure dall’utilizzo incongruo di singoli componenti estratti. Non si può dimenticare che proprio dall’estrazione di questi componenti è possibile ottenere i farmaci utilizzati dalla medicina moderna (salice → acido salicilico → Aspirina®).
Tutte le piante medicinali posseggono principi attivi potenzialmente tossici in misura diversa, allo stesso modo dei farmaci della medicina moderna, ma le concentrazioni dei preparati fitoterapici, hanno difficilmente tale tossicità.
Nella tradizione erboristica, l’associazione di alcune piante è assolutamente vietata per la loro incompatibilità e, pertanto, un’adeguata preparazione teorica e la conoscenza di controindicazioni si impone prima dell’utilizzo di ogni preparato.


[1] Campanili E.: Dizionario di Fitoterapia e piante medicinali. Edizioni Tecniche Nuove, Milano, 2003.
[2] D’Amore F.: La Spagyria del vegetale. Le occulte meraviglie della natura. Erga Edizioni, Genova, 1999.
[3]Gallo M.L.:  Preparazione e Diluizione del farmaco omeopatico e fitoterapico. Convegno Hanosan, Roma 13 Aprile 2002.

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