martedì 26 ottobre 2010

Floriterapia di Bach

Edward Bach (1886-1936), medico inglese, dopo aver fatto degli studi sul trattamento di pazienti con vaccini in forma omeopatizzata (in somministrazione orale furono utilizzati per il trattamento di moltissime patologie croniche, con risultati eccellenti rispetto al trattamento con vaccini normali), elaborò dal 1928, un trattamento terapeutico basato sull’utilizzo di alcuni piante e denominò il suo metodo Floriterapia.[1]
Le affermazioni di Hahnemann per cui ogni caso richiede un trattamento individuale e non standardizzato coincidevano con le sue osservazioni cliniche.
Il principio di ogni terapia doveva essere, per il Dr.Bach, quello di “curare il malato e non la malattia”, mettendo in evidenza anche gli aspetti caratteriali e psicologici del paziente, al fine di  scegliere il rimedio più adatto.
Per arrivare a definire il suo sistema terapeutico, egli portò avanti una serie di sperimentazioni con l’utilizzo dei preparati con le piante da lui scelte. Bach comparò le proprietà curative di una stessa pianta, attraverso gli usuali metodi di preparazione estrattiva fito ed omeoterapica, con l’acqua di rugiada raccolta sui fiori; scoprì che sui pazienti, l’azione di questa acqua era terapeuticamente molto più attiva rispetto alle altre preparazioni e che, la rugiada raccolta dalle piante esposte alla luce, era ancora più attiva di quella delle piante in ombra.
Terreno, colore, forma, struttura, tipo di riproduzione, habitat della pianta influenzavano la crescita della pianta stessa.
Per Bach, il passaggio ad uno stato di iniziale miglioramento generale dall’iniziale sofferenza del paziente per i disagi causati dalla malattia, poteva avviare tutti quei processi fisici e psicologici per il raggiungimento di una guarigione completa.
Egli aveva osservato che anche nelle patologie acute, se l’effetto algico non passava in breve tempo, lo stato di sofferenza psicologica tendeva a peggiorare; il prolungamento di queste sofferenze fisiche portava il paziente ad un calo dell’umore e ad una conseguente sfiducia nella possibilità di guarigione.
Inoltre, non solo gli individui reagivano in modo diverso rispetto alla stessa malattia e, secondo Bach, necessitavano di differenti rimedi per il loro trattamento. Nelle patologie acute, le variazioni d’umore dovevano essere affrontate e gestite con rimedi diversi.
Il principio terapeutico della nuova medicina del Dr. Bach si basava, quindi, non direttamente sulla cura della malattia, ma  sulla cura del paziente, della sua personalità, del suo stato mentale negativo legato alla patologia.[2]
I rimedi originali del Dr. Bach sono ancora oggi prodotti, presso il Bach Center (Sotwell, Berkshire, Gran Bretagna), secondo le metodiche da lui scoperte e con la raccolta negli stessi luoghi delle piante necessarie per la loro produzione.
Le piante esistono per aiutarci a guarire, per dare “una mano d’aiuto all’uomo nelle ore scure d’oblio quando perde la visione della sua divinità e permette alla nuvola di paura o dolore di oscurarla”.[3]
Ciascuna delle erbe corrisponde a una delle qualità e il suo scopo è di fortificare quella qualità in modo che la personalità possa superare quel difetto che è l’ostacolo particolare (…) Questi rimedi sono dotati di un potere guaritore ben definito, ben distinto da una cieca fiducia, la loro reazione non dipende neanche da chi li amministra, come un sedativo può far dormire il paziente se dato da un infermiere o da un medico”.[4]  
Nella vera guarigione, il nome e la natura della malattia fisica non hanno importanza. Malattia del corpo è nient’altro che disarmonia tra l’anima e la mente”.[5] 
Bach, nei primi decenni del secolo scorso, già metteva in luce il motivo del fallimento della scienza medica moderna, perché questa si occupava degli effetti della malattia e non delle cause.
Affrontare soltanto i sintomi, significava per Bach, occuparsi solo dell’aspetto materialistico della vita e della malattia: essa, invece, rappresenta l’evento finale di forze che per lungo tempo ed in profondità, hanno agito nell’uomo. Occupandosi soltanto dell’aspetto materiale, la medicina rende ancora più forte la malattia.
Nella sua essenza, la malattia è la diretta conseguenza di un conflitto tra l’Anima e la Mente.
Senza uno sforzo spirituale e mentale, non è possibile ottenere la guarigione, né prevenire la malattia.
Se non si elimina la vera causa della malattia, questa può ripresentarsi in qualsiasi momento in altre forme.[6]
La costruzione di questo pensiero, a sostegno della sua Floriterapia, fu il risultato di considerazioni che riguardavano altri temi, quali: Dio, lo Spirito, l’Anima, la Mente.[7]
L’Uomo è creato da Dio ed ha uno Spirito, il suo vero Io, la cui origine è divina. Il corpo è l’espressione fisica di questo Spirito, che è in noi ed indica quali strade debbano essere percorse.
Finchè noi consentiamo allo Spirito di indicarci la strada e la seguiamo, le nostre vite sono orientate al bene.
Dio, Creatore di tutte le cose, esprime, attraverso il Creato, il suo Amore: a tal proposito, ogni azione rivolta contro qualcosa o qualcuno, colpisce Tutto e diventa un peccato contro l’Unità di tutte le cose ed il loro Creatore.
La malattia diviene, quindi, l’espressione del conflitto che nasce da una dissociazione tra Spirito e personalità, ma anche dal male rivolto agli altri, espressione dell’Unità. 
Per Bach, il beneficio che riceviamo quando la malattia si manifesta, è dato dalla sua espressione del conflitto che esiste tra la nostra personalità e lo Spirito: conoscendo gli errori e correggendoli, potremmo anche prevenire la malattia.
La malattia, inoltre, non colpisce una parte del corpo a caso, ma la parte colpita esprime sempre il risultato della legge causa-effetto: la causa e l’effetto sono da ricercare nella funzione che l’organo o la parte del corpo è chiamata a svolgere”. [8]
La preparazione dei rimedi di Bach non richiede in realtà un’abilità particolare. Egli stesso ha fatto della semplicità il concetto principale della terapia.
L’utilizzo dei rimedi potrebbe essere fatto da chiunque, anche privo di una preparazione professionale e senza la necessità di tecniche speciali.
Ma tale semplicità che ne ha favorito la diffusione, rende difficile il processo di accompagnamento del paziente. La presenza di quadri clinici particolari, la concomitanza di altre terapie, suggerisce l’intervento del medico nella modificazione dei dosaggi di altri farmaci, soprattutto nel caso di psicofarmaci.
I rimedi, per Bach, non sono stati creati, ma scoperti: essi non erano da lui considerati come un proprio prodotto, ma rappresentavano un regalo della natura, offerto da Dio.
Nei suoi discorsi, sosteneva che una volta che ci sono stati regalate  ricchezze così grandi, niente ci può allontanare dal nostro cammino di amore e mostrare il loro splendore, così semplice e puro a tutta l’umanità.
Il suo desiderio era quello di raggiungere tutte le persone e dare loro la possibilità di migliorare le proprie condizioni, augurandosi che i rimedi potessero essere accessibili facilmente.
Chi si avvicina alla conoscenza dei fiori di Bach, nel valutare la descrizione di ognuno dei 38 fiori, sicuramente si riconoscerà in essi e penserà di aver bisogno di ognuno di essi, perchè gli stati emozionali e spirituali alterati, descritti dal Dr.Bach, rispecchiano in realtà stati universali di debolezza della natura umana, validi in ogni tempo ed in ogni luogo.[9]
I fiori di Bach non determinano interferenze chimiche con altri tipi di trattamento (fatta eccezione per la presenza di brandy) e la floriterapia può essere intesa anche come terapia complementare ad altri trattamenti. La comparsa di stati emotivi nel corso del trattamento indica l’affiorare di situazioni precedenti stratificate che emergono dal passato, che richiedono un aggiustamento terapeutico.

La preparazione dei rimedi avviene secondo due procedure: sun method e boiling.

Per il sun method, si raccolgono un numero consistente di boccioli dalla pianta, si immergono in un recipiente di vetro, riempito con acqua di sorgente incontaminata e si lascia il tutto al sole per circa 4 ore.

Successivamente, con l’ausilio di un retino, costruito con fili d’erba intrecciata, si raccolgono i boccioli, facendo attenzione a non contaminare il preparato né con le mani, né con materiale artificiale. L’acqua così preparata, deve essere prelevata con una pipetta in vetro da laboratorio ed inserita in bottiglie di vetro, nelle quali deve essere aggiunto un pari quantitativo di brandy, come fissativo.
Si ricorre al metodo boiling, quando si devono utilizzare piante dall’arbusto più legnoso o fiori i cui boccioli fioriscono quando il sole è più debole; questi sono preparati attraverso la bollitura in recipienti di vetro, riempiti con acqua di sorgente, per mezz’ora. Il preparato viene, poi, lasciato raffreddare e le piante vengono rimosse con il retino naturale. Si aggiunge, all’acqua residua, una pari quantità di brandy, come fissativo.

Si utilizza Il brandy al 40%, acquavite di vino, al posto dell’alcol puro perchè è un prodotto di distillazione naturale del vino ed è miscelato con acqua di fonte.

La grappa, nel latino medievale aqua vitae, diversa dalla nostra acquavite e dalla grappa, invece, è un prodotto di distillazione e rettificazione di vinacce, riprese con acqua e sottoposte a nuova torchiatura; generalmente proviene da uve di vigneti piemontesi e veneti. La quantità di alcool è al 50%, superiore al brandy. Il cognac, invece, è preparato con due distillazioni successive.

In entrambi tutte e due le metodiche, viene aggiunto brandy al 40%, utilizzato come conservante ed è mescolato con una proporzione 1:1 con la tintura preparata.

Le gocce prese dalla tintura madre, vengono poi ulteriormente diluite in brandy per poter essere stoccate in bottigline e, quindi, vendute.

Poiché le leggi sulla sicurezza vietano un imbottigliamento dei rimedi su larga scala con l’utilizzo di soluzioni alcoliche al 40%, vengono preparati con un brandy di alta qualità, prodotto appositamente per i Bach flower remedies, ma con una gradazione alcolica del 27%.  

Questa successiva diluizione con un brandy a grado alcolico inferiore, non influisce sulla qualità o sull’efficacia del rimedio, né viene meno alle istruzioni del Dr. Bach, il quale non aveva mai prescritto uno specifico grado alcolico e sceglieva il brandy di preferenza, non di regola.

Alcune delle tinture madri originali, preparate personalmente dal Dr. Bach ed ancora oggi conservate presso il Bach Center, hanno come conservante un altro tipo di alcolico.

Dal momento che i Bach Flower Remedies sono considerati nella preparazione come equivalenti ai rimedi omeopatici, per la legge, si applicano le stesse convenzioni di etichettatura, e la diluizione viene espressa in scala decimale (scala D).

Fasi di preparazione in 5D: la tintura madre di base produce un residuo secco dell’1%, cioè 1:100; il risultato viene miscelato con una uguale quantità di brandy, ossia 1:2; in 30ml. vi sono 1000 gocce di brandy al 27% di gradazione alcolica; 2 gocce di tintura madre vengono aggiunte a queste 1000 gocce, ottenendo una diluizione 1:500.

La soluzione D5 viene calcolata come segue: 1/100  x   ½  x  1/500 =  1/100.000  o 10 5 =  D5

I rimedi vengono energizzati, attivati, con il metodo del sole o della bollitura: non vengono attuate altre dinamizzazioni come avviene, invece, per la preparazione dei rimedi omeopatici[10].

I Bach Flower Remedies hanno ottenuto fin dall’inizio dell’entrata in vigore della legge sui farmaci in Gran Bretagna, 1968, la concessione della licenza per la vendita ed esportazione ed i requisiti di etichettatura sono stati adeguati alle leggi europee per la circolazione dei farmaci.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) ha riconosciuto ai Bach Flower Remedies dignità di metodo terapeutico nel 1983.


[1] Weeks N.: La vita e le scoperte di Edward Bach. Guna Editore, Milano, 1996.
[2] Scheffer M.: Metodo originale della floriterapia di Bach. Edizioni Tecniche nuove, Milano, 1995.
Scheffer M.: Il grande libro dei fiori di Bach. Edizioni Corbaccio, Milano, 1999.
[3] Bach E.: Libera te stesso. La vera guarigione passa attraverso la nostra liberazione. Macro Edizioni, San Martino di Sarsina , FO, 1992, pag. 53.  
[4] Bach E.: op. cit. pagg. 38-39.
[5] Bach E.: op. cit. pagg. 40.
[6] Bach E.: Tutte le opere. Parte II, Guarisci te stesso. Macro Edizioni, Diegaro di Cesena (FC), 2000, pag. 50.
[7] Howard J., Ramsell J.: The original writing of Edward Bach. C.W. Daniel Company Limited, Saffron Walden, Essex, England, 1990.
Howard J., Ramsell J.: Les écrites originaux du Docteur Bach. Editions Courrieur du Livre, Paris, 1994.
[8] Gallo M.L.: op.cit., pag. 32.
[9] Howard J., Ramsell J.: Guarire con i fiori di Bach. Guida pratica alla floriterapia. Edizioni Tecniche Nuove, Milano, 1999.
[10] Palermo M., Gallo M.L.: La Floriterapia di Bach nella pratica clinica odontoiatrica. Corso ANDI- Roma, 2003.

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